Teatro

"Di precise parole si vive" in versione contemporanea, con Lella Costa

"Di precise parole si vive" in versione contemporanea, con Lella Costa

L'attrice milanese, insieme con Gabriele Vacis, ha rielaborato uno dei suoi testi più rappresentativi su Shakespeare

Uno spettacolo di Lella Costa completamente rielaborato e ammodernato, 24 anni dopo il debutto originario. Giovedì 14 marzo parte il tour dello spettacolo Otello - Di precise parole si vive dove l’attrice propone la nuova versione del suo vecchio cavallo di battaglia.

Riscritto dopo 24 anni

Lo spettacolo è scritto dalla stessa Lella Costa e da Gabriele Vacis, che è anche il regista dello spettacolo. Alla fine del 2023 Lella Costa ha sentito il bisogno di riportare in scena questo suo lavoro intenso e riflessivo, e ha iniziato a lavorarci sopra. Oggi l’autrice-attrice approfondisce la grande essenza narrativa del testo originale, modificando alcuni aspetti della prima versione per adattarli ai tempi presenti. 

“Un grande classico come l’Otello di Shakespeare, del resto – spiega Lella Costa - è tale proprio perché ha il potere di essere sempre attuale: prestandosi, senza forzature, a trattare temi contemporanei come immigrazione, disuguaglianza e femminicidi”.

Lella Costa, Gabriele Vacis

L'Otello secondo Lella

Sola (come quasi sempre) sul palco, Lella Costa reciterà la sua versione di Otello tra le scene di Lucio Diana e i suoni curati da Roberto Tarasco.

“E quando incontri una di queste storie perfette, in genere te ne innamori – prosegue Costa - e soprattutto ti rendi conto che non avrebbe alcun senso provare a inventarne un’altra per dire le stesse cose: invece è lecito, forse perfino doveroso, continuare a raccontare quella. Precisamente quella.”

La sostanza narrativa di Shakespeare viene preservata: gli autori sono intervenuti modificando quelle parti in cui l’attualità richiedeva un aggiornamento. Nella trama odierna ci sono ingredienti ben noti alle cronache di oggi: un matrimonio interetnico, un lavoratore straniero altamente qualificato, l’uso di abili pratiche manipolatorie grazie all’utilizzo sapiente ma malevolo del linguaggio, un femminicidio-suicidio. 

“Per questo abbiamo sentito il bisogno di raccontarla ancora” conclude Lella Costa.